Dopo aver parlato di “ a cosa serve il solfeggio nel canto”, ora parliamo dell’importanza del solfeggio cantato.
Il solfeggio cantato è il mezzo con il quale alleniamo il nostro orecchio ritmico e musicale, intonando le note che stiamo leggendo, dandoci una maggiore sicurezza e padronanza di ciò che stiamo cantando. Oggi il solfeggio ha perso il suo antico splendore, ed è stato sostituito con altri metodi di apprendimento dai musicisti, tra cui anche pianisti e chitarristi. Ma io ci tengo ancora ad insegnarlo nelle mie lezioni (mettendo lo studio del solfeggio e della teoria nella pratica delle canzoni che studiamo).
Avete mai pensato a quanto possa essere fondamentale, lo studio del solfeggio cantato, quando ci si trova in una situazione corale? Dove siamo (si spera) obbligati a leggere uno spartito musicale? O a quando dobbiamo avere un’audizione di alto livello? O semplicemente confrontarci con altri musicisti?
Insomma, sviluppare la propria comprensione della teoria musicale è la cosa migliore per ogni musicista. Ci renderemo conto, dopo aver intrapreso lo studio teorico, di quanta autonomia avremo, che ci permetterà di essere più liberi nella creazione, nell’ esecuzione e nella registrazione in studio. Il solfeggio cantato ci permetterà inoltre, di avere anche un senso ritmico, e soprattutto, lo spartito è l’unico sistema che ci consente di suonare un brano senza conoscerlo.
Ovviamente ci vorrà molto esercizio, costanza e tanta voglia di mettersi in gioco. Non pensate minimamente che con poche ore si possa aver appreso tutto il solfeggio (parlato o cantato), in quanto la nostra mente e il nostro corpo avranno bisogno di tempo per assimilarlo.
Oltre i classici libri di solfeggio (io, con i miei allievi, inizio sempre con il POZZOLI – Corso facile di solfeggio, per poi proseguire con l’Anzaghi, e Poltronieri più avanti) possiamo trovare tanti siti web o applicazioni sul cellulare. Ma il consiglio che dò sempre è quello di affidarvi ad un buon insegnante, che vi seguirà passo passo nel vostro percorso musicale.