SUONO O RESPIRO? Io dico SUONO NEL RESPIRO

respiro

 

SUONO O RESPIRO? Io dico SUONO NEL RESPIRO

La prima cosa che si fa quando si inizia a cantare,è sempre quella di dare maggiore importanza al
proprio suono, che colore ha, quanta forza ha,che estensione ha, quale virtuosismo riusciamo a
raggiungere ecc…, non ha importanza poi se sia giusto o sbagliato, laringeo o disfonico, l’importante
è dimostrare a noi stessi che riusciamo a cantare (o meglio a tirar fuori qualcosa dalla nostra bocca)
il problema però arriva quando rimaniamo “intrappolati” nel nostro suono, senza guardare cosa
accade prima e dopo la nostra voce.
La colpa è, gran parte, di questa didattica vocale moderna, che invece di aiutare, continua a creare
tanta confusione. Fortunatamente la nostra vecchia scuola del Bel canto, ci aiuta molto in questo.
Dopo aver “lottato” per anni con la mia voce, arrivai ad un punto di arrivo con lei, non riuscivo più
a trovare emozioni e sensazioni. Si, dico bene, sensazioni, cioè cosa accadeva dentro di me,
questo perchè realmente non avevo mai guardato nel più profondo di me, solo tecnica, tecnica,
tecnica…
il suono, inteso (brutalmente) come “dimostrazione di un prodotto”, aveva preso il sopravvento,
mettendo un muro tra me e le mie emozioni, la mia passione, la mia anima, il mio canto. Eppure
non potevo smettere di cantare, e perdere tutto il lavoro che comunque avevo fatto, dovevo solo
trovare il modo di abbattere questo muro, perchè sapevo che la mia voce mi stava aspettando.
Grazie al mio Maestro Albert Hera, ai vari libri del Maestro Antonio Juvarra, ai vari seminari di
canto (visti solo come lavoro interiore e non ancora tecnica) e soprattutto, ma anche e purtroppo alla
mia testardaggine, ho cominciato a lavorare solo ed esclusivamente al mio respiro.
Mi sono accorta che ogni volta che sbagliavo, era perchè alla base c’era un respiro sbagliato, nel
momento in cui davo più importanza al respiro, il suono usciva da solo e libero.
Ho cominciato a convincermi che il respiro esiste, basta ascoltarlo e vederlo, dandogli una qualsiasi
forma immaginaria, renderlo vitale, dargli importanza insomma, il suono così è diventato
conseguenza del respiro, non parte principale:
può esistere un respiro senza suono, ma NON può esistere suono (voce) senza respiro.
So che è difficile, io ci ho messo un anno per capirlo, cercare di dividere le due cose, non di vederle
separate o diverse, ma l’una parte vitale dell’altra, (riprendo ancora una volta l’importanza dell’arte
del Bel canto)
Come dice il titolo: suono o respiro? Entrambi, cercare di creare un equilibrio fra loro, il suono è
parte del respiro.
Con questo non dico di abbandonare la tecnica, cioè, sapere cosa significa parlare di registri, messa
di voce, cavità ecc.. è importante per capire, ma quello che ritrovo oggi nell’insegnamento del canto,
è che non si dà quasi più importanza al respiro e alle sensazioni che si provano, si parla tanto di
respirazione diaframmatica, ma purtroppo viene concepita solo meccanicamente. Si pensa sempre al
dopo, all’esteticità del suono, “chissà cosa pensano gli altri della mia voce”, ma cosa sentiamo noi
all’interno del nostro corpo? Non lo sappiamo.
Io credo che tutti, insegnanti e allievi, dovremmo capire che se viviamo è anche perchè
RESPIRIAMO, allora perchè non dobbiamo dargli importanza?
SUONO O RESPIRO? Io dico SUONO NEL RESPIRO… e voi?

Alessia Magalotti

 

 

 

Pubblicato da alessiamagalotti

Alessia Magalotti, cantante, corista, insegnante di canto. Presidente della scuola di musica CM di Rignano Flaminio (Roma)

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